UniCredit è presente in Russia dal 2005 e ha già saputo in passato adattarsi e operare nel pieno rispetto di contesti sanzionatori. Stiamo monitorando da vicino gli sviluppi nel paese, in piena collaborazione con le autorità di regolamentazione, avvalendoci di team di esperti dedicati che hanno definito piani di emergenza consistenti per proteggere il nostro personale operativo nell'area, i clienti in tutta Europa e gli azionisti.
UniCredit Bank Russia ha una posizione creditoria autofinanziata di 7,8 miliardi di euro a fine 2021, RWA di 9,4 miliardi di euro e un patrimonio netto di 2,5 miliardi di euro. Al netto delle coperture sui cambi, la nostra esposizione diretta a UniCredit Bank Russia ("UCBR") si riduce a circa 1,9 miliardi di euro.
L'esposizione cross border nei confronti di clientela russa[1] è attualmente pari a circa 4,5 miliardi di euro, al netto delle garanzie di circa 1 miliardo di euro da parte di Export Agencies pubbliche non russe, e rappresenta circa 3 miliardi di euro di RWA. L'esposizione è quasi interamente verso le principali multinazionali russe, per lo più in valute EUR e USD, con contratti regolati da leggi internazionali e soggetti a tribunali internazionali. Le controparti impattate dalle sanzioni rappresentano meno del 5% della espozione cross border complessiva. Le principali esposizioni del portafoglio si riferiscono ai seguenti settori: circa il 30% verso il petrolio e il gas, circa il 20% ciascuno verso i trasporti e i macchinari & metalli, circa il 10% verso i prodotti chimici, circa l'8% verso le istituzioni finanziarie e la parte residua verso un mix di altri settori.
Abbiamo un'esposizione mark-to-market in derivati verso le banche russe di circa 300 milioni di euro, al netto del collaterale. La massima perdita potenziale nel caso in cui il valore del RUB si approssimi allo zero è di circa 1 miliardo di euro.
Nello scenario estremo, in cui la totalità della nostra massima esposizione non possa essere recuperata e venga azzerata, l'impatto sul CET1 ratio di UniCredit a fine 2021 (15,03%, che sconta il dividendo maturato nel 2021 per 1,2 miliardi di euro) sarebbe di circa 200 punti base. La nostra solida posizione di capitale ci consentirebbe di assorbire questo impatto senza scendere al di sotto del 13%.
Sebbene questo scenario estremo non venga considerato come caso base, il nostro approccio alla distribuzione è prudente e sostenibile. In virtù di questo, confermiamo il dividendo in contanti proposto per il 2021 di 1,2 miliardi di euro, mantenendo un CET1 ratio superiore al 13% anche nello scenario peggiore.
Inoltre, confermiamo la nostra intenzione di eseguire il riacquisto di azioni fino all'importo precedentemente concordato di 2,58 miliardi di euro [2],[3], sotto la condizione che il nostro CET1 proforma di fine anno 2021 rimanga superiore al 13,0%. Un impatto finale sul capitale delle nostre esposizioni russe inferiore a 200 punti base ci permetterà di utilizzare fino a un importo equivalente per il riacquisto di azioni. Forniremo aggiornamenti al mercato sullo sviluppo dell'esposizione a 200 punti base su base trimestrale, a meno che il miglioramento non sia superiore a 25 punti base, nel qual caso forniremo un aggiornamento ad hoc.
Il nostro target CET1 capital ratio si mantiene all'interno dell'intervallo del 12,5-13,0%.
Continuiamo a gestire dinamicamente la nostra esposizione al rischio, valutando costantemente il potenziale impatto del conflitto sul PIL globale e sulle politiche pubbliche.
Milan, 8 Marzo 2022
Note:
[1] Esposizione a Default comprendente controparti/gruppi russi non direttamente contabilizzati in UniCredit Bank Russia e controparti/gruppi russi con sede fuori dalla Russia. Dati Manageriali
[2] Limitata per legge al 10% del capitale sociale
[3] Soggetto alle approvazioni delle autorità regolamentari e degli azionisti all'assemblea annuale dell'8 aprile 2022