Skip to:
  1. Home
  2. Press & Media
  3. News
  4. 2024
  5. october
  6. Forum delle Economie UniCredit: analisi di Prometeia sulle prospettive dell'agrifood di Rieti e Viterbo
Share this event on:
  • LinkedIn

Recomend this page

Grazie, la tua segnalazione è stata inviata correttamente.

Spiacenti, questa funzionalità non è disponibile al momento.
Per favore prova con questo link. Grazie

Mittente:

Destinatario (indirizzo e-mail):

Forum delle Economie UniCredit: analisi di Prometeia sulle prospettive dell'agrifood di Rieti e Viterbo

Forum delle Economie UniCredit: analisi di Prometeia sulle prospettive dell’agrifood di Rieti e Viterbo

 

UniCredit  ha organizzato, in collaborazione con Confagricoltura Lazio,  un Forum dedicato al comparto agroalimentare nel quale è stato trattato il tema della transizione della filiera Agrifood tra export, sostenibilità e diversificazione con un focus sulle province di Rieti e di Viterbo. Il Forum rientra nelle iniziative di UniCredit per l'Italia, a supporto delle imprese che operano nei settori tradizionali del Made in Italy.

 

Il Forum è stato aperto dagli interventi di Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura, Alberto Statti, Componente Giunta Esecutiva Confagricoltura, e Roberto Fiorini, Regional Manager Centro Italia UniCredit. A seguire Andrea Dossena, Senior Specialist Prometeia, ha presentato lo studio su analisi e prospettive dell'agroindustria nelle province di Rieti e Viterbo. I lavori sono proseguiti con gli interventi di Alessandro Tosi, AgriBusiness Corporate Italy UniCredit, Federico Giunta, Responsabile Top Corporate Roma e Lazio Nord UniCredit, Antonio Parenti, Presidente Confagricoltura Lazio, e con una tavola rotonda, moderata da Silvia Bulla, Responsabile Corporate Lazio Nord UniCredit, nella quale sono intervenuti Stefano Augugliaro, Agriturist Lazio, Sabina Petrucci, Cons. Sabina DOP, Piero Camilli, ILCO Srl.

 

"La banca - ha sottolineato Roberto Fiorini, Regional Manager Centro Italia di UniCredit - è impegnata a sostenere la crescita del territorio, quale facilitatore di sviluppo sostenibile e di innovazione. Come UniCredit vogliamo sostenere l'economia del settore dell'agrifood nella transizione verso nuovi modelli di sviluppo, fornendo supporto finanziario, prodotti e servizi e consulenza qualificata. Recentemente abbiamo lanciato una nuova edizione del piano UniCredit per l'Italia, per un valore complessivo di 10 miliardi di euro, interamente dedicato ai settori produttivi e dei servizi, tra cui l'Agribusiness a cui abbiamo destinato un plafond di 1 miliardo di euro per gli investimenti delle imprese agricole in linea con le direttive europee sulla transizione green".

 

"Il settore agroalimentare dell'Alto Lazio rappresenta un esempio straordinario di come tradizione e innovazione possano unirsi per offrire prodotti di alta qualità e sostenibili" ha dichiarato Antonio Parenti di Confagricoltura Lazio. "La ricerca di Prometeia ha evidenziato chiaramente alcune sfide cruciali per le nostre imprese, come la frammentazione produttiva e le limitate risorse per gli investimenti, che ostacolano la crescita e il potere di mercato delle aziende locali. In questo contesto, il ruolo delle banche diventa ancora più strategico: è essenziale che si rafforzi il supporto finanziario e che si promuovano investimenti mirati, per consentire alle imprese di superare questi vincoli e affrontare con successo il mercato globale".

 

Di seguito l'analisi Prometeia sulla filiera dell'Agrifood con focus sulle province di Rieti e di Viterbo.

 

250 miliardi di euro di valore della produzione nel 2022 generati da 1,2 milioni di imprese e 1,5 milioni di addetti. Numeri che fanno dell'Agrifood italiano uno dei comparti produttivi più rilevanti dell'economia nazionale e un assoluto protagonista nel contesto dei principali produttori europei, lungo tutte le fasi della filiera. Un comparto di primaria importanza nelle province di Viterbo e Rieti, di cui rappresenta il 40% delle imprese complessive, ma il cui apporto economico soffre di una frammentazione produttiva.

 

La combinazione di specializzazioni produttive e dimensione media ha frenato lo sviluppo del comparto, limitandone la possibilità di proiezione internazionale (l'export di Rieti e Viterbo vale l'11% di quello del Lazio) e la capacità di effettuare gli investimenti legati alle transizioni green (efficientamento energetico, economia circolare) e digitale (gestione delle colture e terreni, canali commerciali on-line). Anche la possibilità di diversificare le fonti di reddito, sfruttando ad esempio il connubio tra attività agricola e turismo, risulta penalizzata dai limiti dimensionali del comparto Agrifood (gli agriturismi di Rieti, Viterbo e dei comuni della parte settentrionale della provincia di Roma rappresentano  il 2,2% delle strutture nazionali di questo tipo).

 

I margini di sviluppo del comparto sono quindi molto ampi e le informazioni più recenti sembrano segnalare un cambio di passo delle imprese dell'Agrifood delle province: nei primi 6 mesi del 2024, l'export di Viterbo e Rieti ha conosciuto un vero e proprio boom del comparto agricolo (+62%, contro il +11% del Lazio e il +3% italiano) e buoni risultati anche per l'industria alimentare (+18%, contro il +15% del Lazio e il +9% italiano). Fondamentali i risultati conseguiti sui mercati polacco e svizzero, con contributi significativi anche da Germania e Austria, e, tra le produzioni, dai prodotti delle colture permanenti.

 

Anche la bilancia turistica segnala un risveglio del territorio, con presenze in crescita sostenuta nel 2023 rispetto ai livelli pre-Covid (e una crescita del peso dei turisti stranieri, tuttora molto sottorappresentati rispetto alla media nazionale) e un aumento dei posti letto nelle strutture agrituristiche superiore al dato nazionale e a quello dei territori limitrofi umbri e toscani.

Segnali importanti che se confermati potrebbero aiutare le imprese a effettuare gli investimenti necessari per competere nei nuovi paradigmi di mercato, ma anche uno stimolo alle associazioni territoriali del mondo agricolo a valorizzare maggiormente il patrimonio dell'area (certificazioni di qualità, cultura-storia-territorio). Il risultato di una maggior attrattività consentirebbe di sviluppare il mercato Ho.Re.Ca., alternativo alla distribuzione tradizionale dell'Agrifood e più in grado di valorizzare le eccellenze del territorio.