UNICREDIT: PIANO STRATEGICO
UNICREDIT APPROVA IL PIANO STRATEGICO 2010-2015 CON L'OBIETTIVO DI RAGGIUNGERE UN RENDIMENTO SUL CAPITALE TANGIBILE ("ROTE") DI CIRCA IL 12% NEL 2015
IN SEGUITO ALLE AZIONI DI RAFFORZAMENTO DI CAPITALE APPROVATE OGGI DAL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE, IL CORE TIER 1 BASILEA 2 PRO-FORMA AL 30 SETTEMBRE 2011 RAGGIUNGE IL 10,35% ; COMMON EQUITY TIER 1 BASILEA 3 OLTRE IL 9% NEL 2012 E OLTRE IL 10% NEL 2015
CIRCA L'11% DELLE ATTIVITA' DI RISCHIO PONDERATE ("RWA") AL GIUGNO 2011, SARANNO OGGETTO DI UNA GESTIONE MIRATA ("RING-FENCING") E SARANNO LIQUIDATI ALLA SCADENZA PER SOSTENERE LA MIGLIORE POSSIBILE EFFICIENZA DEL CAPITALE
RIDUZIONE DEL COSTO DEL RISCHIO DI 48 PUNTI BASE, DA 123 PUNTI BASE NEL 2010 A 75 PUNTI BASE ENTRO IL 2015
RIDUZIONE DEI COSTI ATTRAVERSO SEMPLIFICAZIONE E RAZIONALIZZAZIONE NEI MERCATI MATURI; INCREMENTO DEI COSTI NELL'EUROPA CENTRO-ORIENTALE (CEE) PER INVESTIMENTI A SUPPORTO DELLA CRESCITA FUTURA
LEADERSHIP CON APPROCCIO FOCALIZZATO IN EST EUROPA E NEL BUSINESS REDDITIZIO DI CORPORATE AND INVESTMENT BANKING ("CIB")
IN ITALIA, RAFFORZAMENTO DELLA BASE DEI DEPOSITI, CONTENIMENTO DEI COSTI E MIGLIORAMENTO DEL COSTO DEL RISCHIO GUIDERANNO IL RECUPERO DELLA REDDITIVITA'
Una chiara strategia per ripristinare la leadership in un contesto difficile: gli effetti del rallentamento del quadro macroeconomico globale, uniti alla crisi del debito sovrano europeo e alla persistente volatilità dei mercati richiedono una netta discontinuità con il passato per quanto riguarda Capitale e Liquidità, Costi, Focalizzazione del Business e Rilancio dell'Italia. Questi quattro pilastri sosterranno la redditività per la durata del Piano, garantendo una crescita sostenibile nonostante un contesto macroeconomico avverso.
Visione: Una banca commerciale europea estremamente solida, supportata da una forte struttura patrimoniale e da efficienza operativa, focalizzata sulle attività bancarie caratteristiche (core) e capace di produrre redditività sostenibile nel tempo.
Pilastri del Piano: Il Piano prevede quattro pilastri ben definiti: (1) Struttura dello stato patrimoniale, (2) Semplificazione e Gestione dei costi, (3) Rifocalizzazione del Business e (4) Rilancio dell'Italia. Mentre gli effetti dei primi tre pilastri riguardano l'intero Gruppo UniCredit, sebbene in misura differente nelle varie divisioni, tutti e tre i pilastri avranno pieno effetto in Italia massimizzando il potenziale di redditività dell'Area Commerciale.
Discontinuità: il Piano evidenzia chiare discontinuità col passato (inclusi rafforzamento patrimoniale, ring-fencing, miglioramenti nella composizione degli attivi), assieme a sostanziali azioni organiche (incluse siginificative riduzioni dei costi nell'Europa Occidentale), con una grossa enfasi sulle azioni che sono interamente sotto il controllo del management e che mirano a rafforzare ulteriormente la solidità di UniCredit.
Il Piano è stato sviluppato sulla base di uno scenario macroeconomico nel periodo bilanciato. Le previsioni per il 2013 mostrano il potenziale di redditività del Gruppo in un contesto macroeconomico ancora difficile, mentre lo scenario per il 2015 evidenzia il potenziale di redditività del Gruppo in un contesto normalizzato e che beneficierà della piena implementazione delle iniziative strategiche del Piano.
Entro il 2013 si prevede che UniCredit raggiunga un Utile Netto di € 3,8 miliardi e un ROTE del 7,9%, grazie a una combinazione di moderata crescita dei ricavi, un forte contributo da parte della CEE, uno stretto controllo dei costi (invariati tra il 2010 e il 2013) e una graduale convergenza del Costo del Rischio (CoR) - dai livelli raggiunti nel 2010 a valori più normalizzati. Poiché la crescita della redditività non sarà sostenuta da una crescita degli attivi, il rendimento rettificato per il rischio salirà dal 4,2% nel 2010 al 4,7% nel 2013.
Nel 2015 si prevede che UniCredit raggiunga un Utile Netto di € 6,5 miliardi e un ROTE del 12%, grazie a una graduale ripresa dell'economia e a un notevole calo del CoR (75 bp). I costi rimarranno sostanzialmente invariati per l'intera durata del Piano, dato che gli aumenti previsti in CEE saranno finanziati da considerevoli risparmi conseguiti nei mercati maturi.
1) STRUTTURA DELLO STATO PATRIMONIALE
AZIONI DI CAPITAL MANAGEMENT
Il Piano è basato su una solida struttura di capitale; il Common Equity Tier 1 sarà superiore al 9% già nel 2012, incorporando anche gli impatti di Basilea 3, e maggiore del 10% nel 2015. UniCredit sarà inoltre da subito conforme alle richieste EBA, con un Core Tier 1 pro-forma del 9,3% a partire da Settembre 2011 (5).
Le principali azioni di gestione del capitale incluse nel Piano prevedono:
Aumento di capitale con diritto di opzione fino a un massimo di €7,5 miliardi, da sottoporre all'approvazione dell'Assemblea straordinaria dei Soci in data 15 dicembre
Ristrutturazione dei CASHES, con parziale riconoscimento nel Common Equity Tier 1 di €2,4 miliardi su un totale di €3 miliardi (€0,6 miliardi saranno computabili come Additional Tier 1 capital)
Nessun pagamento di dividendi per il 2011
Gestione mirata (ring-fencing) di €48 miliardi di RWA in bonis e non strategici.
In aggiunta, alla luce dell'approccio prudenziale adottato in sede di preparazione del Piano, finalizzato alla riduzione del rischio di implementazione del Piano, sono state identificate diverse ulteriori iniziative di capital management in grado di apportare ulteriori benefici agli obiettivi citati - che non sono state incluse nei calcoli degli obiettivi del Piano sopra indicati,- che includono:
1. Liquidazione (run-off) di attività non strategiche (non-core) aggiuntive rispetto a quelle già indicate
2. Ulteriore razionalizzazione/cessione di investimenti e attività non strategiche.
FONTI DI FINANZIAMENTO E LIQUIDITA'
Stato Patrimoniale ben bilanciato
Il Piano prevede un ulteriore rafforzamento della posizione della liquidità di Gruppo. Tale obiettivo verrà conseguito attraverso una bilanciata struttura dello Stato Patrimoniale e facendo leva sulla nostra piattaforma di funding diversificata.
Le principali azioni relative alla raccolta e alla liquidità per mantenere una struttura di stato patrimoniale ben bilanciata prevedono:
Riduzione del rapporto Impieghi/Depositi da 1,4 nel 2010 a 1,2 nel 2015
Entro il 2015, il Gruppo raggiungerà una posizione interbancaria positiva e sarà pienamente conforme agli indicatori di rischio della liquidità (NSFR e LCR) di Basilea 3.
Diversificazione della piattaforma di funding
Le principali azioni relative alla raccolta e liquidità previste dal Piano per fare leva sulla nostra piattaforma di funding diversificata includono:
Piattaforma obbligazioni bancarie garantite - Ulteriore capacità di emissione di titoli garantiti pari a € 31 miliardi entro il 2015
Obbligazioni collocate attraverso la rete retail - UniCredit ha una notevole capacità non ancora sfruttata per il collocamento di obbligazioni attraverso la propria rete retail.
2) SEMPLIFICAZIONE E GESTIONE DEI COSTI
Attraverso la semplificazione della struttura organizzativa, il ridimensionamento delle strutture centrali/funzioni di governo, criteri di approvvigionamento più rigidi e ottimizzazione dei patrimoni immobiliari, UniCredit sarà in grado di incrementare la redditività nonostante l'attuale debole scenario macroeconomico.
La base costi nel 2013 sarà inferiore rispetto 2010 in termini assoluti, con un aumento solo marginale nella parte rimanente del Piano (CAGR +0,5% 2010-2015, escluse le tasse bancarie). Questa stabilità è il risultato di una riduzione dei costi in Europa Occidentale (CAGR -1,5% 2010-2013, CAGR -0,8% 2010 - 2015) e dalla crescita prevista nell'Est Europa (+4,1% nel 2010-2013 e +5,1% nel 2010-2015, in parte dovuta all'inflazione attesa nella regione).
Le principali azioni di semplificazione e gestione dei costi includono:
Funzioni Centrali - semplificazione delle funzioni di supporto e razionalizzazione delle principali sedi.
Macchina operativa - razionalizzazione dei servizi bancari generali (Global Banking Services) e ottimizzazione delle spese di approvvigionamento.
Rete distributiva - profonda riorganizzazione della rete di filiali, verso un modello a due livelli nel quale le filiali principali ("Hubs") si uniranno a filiali minori ("Spokes", cash-light o cash-less) al fine di fornire servizi di prossimità al cliente. Di conseguenza, la percentuale di filiali principali calerà dall'87% nel 2011 al 26% nel 2015, garantendo così minori sovrapposizioni e inefficienze.
3) RIFOCALIZZAZIONE DEL BUSINESS
Europa Centro Orientale
Il Piano conferma la volontà di UniCredit di mantenere la sua indiscussa leadership nella CEE, seppur con un approccio maggiormente focalizzato e selettivo rispetto al passato, volto a perseguire opportunità di crescita redditizia nell'area. Le strategie specifiche di ogni Paese sono guidate dalle previsioni di redditività attesa per ciascun Paese e si basano sul principio dell'autofinanziamento.
CIB (Corporate Investment Banking)
Il piano prevede la riallocazione del capitale a favore della clientela core al fine di massimizzare il pieno potenziale commerciale di un portafoglio corporate ampio e diversificato. Tale approccio strategico consentirà di ottimizzare l'utilizzo degli RWA nei mercati maturi (in calo a €170 miliardi nel 2015 dai €185 miliardi del 2010 , nonostante l'impatto di Basilea 2,5 e Basilea 3), incrementando, al contempo, il peso degli RWA riferibile alla clientela core (in crescita dal 55% del 2010 al 65% nel 2015).
Le iniziative strategiche si sviluppano lungo le seguenti principali direttrici:
Rafforzamento del franchise con la clientela core
Nuovi KPI (Key Performance Indicators). Adozione di soglie di rischio e redditività rigorose
Riduzione RWA tramite ring-fencing. Gestione proattiva del bilancio e ring-fencing delle attività non strategiche all'interno di un portafoglio in liquidazione (run-off) da €43 miliardi di RWA. Circa l'80% del portafoglio in liquidazione verrà chiuso entro il 2015, quindi il ring-fencing libererà una notevole quantità di capitale e liquidità entro l'orizzonte di sviluppo del Piano
Riduzione immediata dei costi, attraverso il corretto dimensionamento delle attività (-8% nei costi del personale nel 2012) e l'uscita da attività sub-scala, includendo la creazione di alleanze strategiche nel brokeraggio e nella ricerca.
4) RILANCIO DELL'ITALIA
Per quanto riguarda l'Italia, lo scopo ultimo del Piano è di confermare il ruolo di UniCredit quale banca commerciale leader per efficienza e innovazione, radicata nei territori di riferimento che serve, offrendo al contempo ai propri clienti domestici pieno accesso al proprio network internazionale.
Le principali iniziative incluse in questo pilastro del Piano prevedono di fare leva su un'offerta avanzata di prodotti e servizi multi-canale, costruita su forti legami con gli imprenditori, e di investire sulla crescita di Fineco.
Le principali azioni del Rilancio dell'Italia prevedono:
Crescita dei depositi. Aumento dei depositi di circa il 15% tra il 2010 e il 2015
Efficienza. I costi per l'Area Commerciale Italia sono attesi in riduzione nel periodo 2010-15 (-1,4% riduzione media annua), mentre è prevista una riduzione di circa 6.500 FTE nel periodo 2010-2015, di cui circa 5.200 tra settembre 2011 e il 2015, pari al 12% del totale a oggi
Miglioramento del costo del rischio, a 83bp nel 2015 da 168bp nel 2010, attraverso l'introduzione di rigorosi criteri di concessione del credito (indirizzato in via prioritaria alla clientela con il rating più elevato), una crescente efficacia nell'identificazione dei crediti dubbi e nel processo di recupero.
Milano, 14 novembre 2011
Note:
1) Return on Tangibile Equity, ovvero rendimento sul capitale rettificato.
2) Ipotizzando la sottoscrizione dell'aumento di capitale e la ristrutturazione dei CASHES.
3) Ipotizzando il pieno impatto di Basilea 3, sulla base delle informazioni disponibili.
4) Return on Tangibile Equity, ovvero rendimento sul capitale rettificato
5) Ipotizzando la totale sottoscrizione dell'aumento di capitale.
6) Il calcolo dei ratio di capitale secondo i calcoli dell'EBA è stato aggiornato con le risultanze al 30 settembre, sulla base di stime interne. Il calcolo ufficiale sarà pubblicato dall'EBA entro fine novembre e potrebbe essere diverso dalle stime interne.
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