28 July 2020

Il quinto evento di The Italian Way, organizzato in collaborazione con Federvini, con focus sul vitivinicolo, ha evidenziato come le aziende del settore siano impattate dalla crisi e cosa devono fare per sopravvivere e ripartire

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La crisi pandemica ha avuto un forte impatto sul settore vitivinicolo italiano, che prevede un fatturato in calo del 30-35%. Tuttavia, è prevista una crescita nel 2020 grazie alla solidità delle aziende del comparto e la qualità del prodotto. I temi strategici per queste imprese sono: dimensione aziendale dimensionale come fattore cruciale, il rischio di essere acquisiti da multinazionali e la digitalizzazione.

Questi alcuni dei temi emersi nel corso della quinta tappa di The Italian Way, tenutasi a Torino il 14 luglio, dedicata al settore del vitivinicolo, che ha visto come partner Federvini.

Di ripartenza si è parlato insieme a Andrea Casini, Co-Ceo Commercial Banking Italy di UniCredit, Sandro Boscaini, Presidente Federvini, Fabrizio Simonini, Regional Manager Nord Ovest UniCredit, Paolo Damilano, CEO Gruppo Damilano, Gianni Gagliardo, Poderi Gianni Gagliardo, Camilla Lunelli, Direttore della Comunicazione e dei Rapporti Esterni delle Cantine Ferrari, Alessio Planeta, Presidente Planeta Vini e Presidente Assovini Sicilia, Luigia Mirella Campagna, Industry Expert UniCredit, Marco Wallner, Corporate Commercial Synergies UniCredit.

1 Il vino, un solido settore del Made in Italy

Con oltre €13 miliardi di fatturato annuo, l’industria del vino contribuisce al fatturato italiano del F&B per oltre il 10%. È senza dubbio uno dei settori nei quali l’Italia eccelle e che regala molti primati. L’Italia è il primo produttore di vino al mondo e il secondo maggior esportatore in valore, dopo la Francia. Inoltre, ha il numero maggiore di vini certificati (526 rispetto ai 435 della Francia), che riflette l’enorme investimento in qualità che il Paese ha compiuto negli anni.

 

2 Un 2020 difficile

Il vitivinicolo è però uno dei comparti del F&B che sta soffrendo di più l’impatto dell’emergenza sanitaria. Nel 2020 è attesa una flessione del fatturato intorno al 30-35%, nettamente superiore a quella media del 3-6% attesa per il settore del F&B. L’entità dell’impatto cambierà da azienda ad azienda in base alla tipologia di vino.

 

3 Nuovi modelli di business

L’incertezza continuerà a dominare fino a quando non si tornerà a situazioni di normalità mentre i canali di trasmissione sono impattati dall’emergenza sanitaria. La produzione vinicola attualmente si divide tra mercato domestico (45%) ed export (55%).

 

4 Chi ha sofferto di più?

Il mercato interno è atteso in contrazione, a seguito delle gravi difficoltà del settore dell’ospitalità nel quale hotel, ristoranti e caffè veicolano il 42% delle vendite. L’enoturismo pur veicolando una quota piccola delle vendite totali, genera un alto margine. Elevati i rischi di cali delle vendite anche sui mercati esteri, più elevati per i vini di gamma medio-alta e alta – venduti soprattutto tramite il canale ho.re.ca e l’export. Tra le imprese, risulteranno invece meno esposte le imprese con un portafoglio ampio di prodotti e più canali di vendita.

 

5 Le strategie per ripartire

Il settore non è arrivato male alla sfida della pandemia. Tuttavia, si prevede una potenziale crisi di liquidità, soprattutto tra le realtà più piccole e meno strutturate. Questa crisi imporrà la ricerca di nuovi modelli imprenditoriali basati su: la filiera, le catene di valore, la diversificazione e l’innovazione.

Andrea Casini, Co-CEO Commercial Banking Italy, UniCredit

 

Gianni Gagliardo, Poderi Gianni Gagliardo

 

Paolo Damilano, CEO Gruppo Damilano

Camilla Lunelli, Director of Communications and Foreign Affairs Cantine Ferrari

Alessio Planeta, President Planeta Vini and President Assovini Sicilia

Sandro Boscaini, Presidente Federvini