22 June 2020

I partecipanti all'iniziativa “Prendersi cura giocando” condividono i loro feedback su quanto il gioco si sia rivelato utile durante il lockdown

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Fiducia in se stessi, sostegno, sviluppo, come affrontare una sfida… questi sono alcuni dei vantaggi della partecipazione a “Prendersi cura giocando”, un progetto digitale innovativo che ha aiutato alcuni ragazzi, soprattutto alcuni con bisogni educativi speciali.

Il progetto, a cui UniCredit ha aderito nel mese di aprile, ha fornito un supporto concreto ai giovani dai 14 ai 18 anni, promuovendo le interazioni personali e un uso responsabile di Internet. Il programma è stato particolarmente utile ai bambini con bisogni speciali affetti da autismo, ADHD, DOP o ansia, che si sono trovati in una situazione di maggiore vulnerabilità dovuta alla mancanza del consueto sostegno fornito dalle diverse associazioni che li seguono.

Sotto la guida di un game-master e di uno psicoterapeuta, “Prendersi cura giocando” ha offerto ai bambini la possibilità di conoscersi e di interagire in un gioco di ruolo online che si riprometteva di aiutarli ad affrontare il distanziamento sociale e relazionale imposto dalla quarantena. Il gioco è stato utile anche per migliorare l’interazione sociale, la capacità di lavorare in gruppo e la resilienza emotiva. Tutto questo, divertendosi!

Ecco cosa hanno detto alcuni genitori sull’iniziativa:

“A volte basta così poco per riempire un vuoto che sembra troppo grande. Anche se ha avuto qualche difficoltà, questa esperienza gli ha permesso di svolgere un’attività autonomamente,  giocando da remoto con i suoi amici. Sarebbe fantastico ripetere l’esperienza per aumentare la fiducia in se stesso del nostro bambino. Ringrazio di cuore i grandi professionisti che si sono presi cura di mio figlio e UniCredit per aver reso possibile tutto questo.”
Domenico Romita, papà di Matteo, Bari

“Trovarsi improvvisamente isolati è stato molto duro e dover rinunciare ai divertimenti e al tempo libero lo è stato ancora di più, se si pensa che, generalmente, per un adolescente, stare a casa significa annoiarsi! Per questo motivo, il programma di gioco ha certamente aiutato Raul a sfruttare al meglio il suo tempo e ad usarlo per lavorare ad un progetto. Non vediamo l’ora di ripetere questa esperienza.”
Debora Marca, mamma di Raul, Milano

“Per Carlotta, l’iniziativa ha rappresentato una vera e propria sfida perché non aveva mai partecipato ad un gioco del genere. Gestire la paura della novità e la sensazione di non essere preparata le ha senz’altro fornito un esempio di come si affrontano le sfide reali, a partire proprio da quella del Covid-19. Un grazie sincero agli ideatori e ai realizzatori di questa bellissima iniziativa che Carlotta ed io ci auguriamo possa essere rinnovata in un contesto differente.” 
Daniele Moretto, papà di Carlotta, Verona.