29 June 2020

Antonio Keglevich, Global Head of Sustainable Finance Advisory, riflette su come la crisi abbia accelerato la richiesta di soluzioni finanziarie sostenibili e condivide le sue prospettive per i prossimi mesi

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Per chi non lo sapesse cos’è la finanza sostenibile?

La finanza sostenibile cerca di incorporare nel business e nelle decisioni finanziarie, fattori ambientali, sociali e di governance (ESG), con ciascuna delle tre componenti che gioca un ruolo vitale nella transizione verso un’economia progressivamente sostenibile.

Per dare l’idea delle dimensioni, nel 2019 sono stati emessi globalmente $300 miliardi tra green, social e sustainability bond – il cinquanta percento in più rispetto all’anno precedente.

Di cosa si occupa il team?

Lo scorso settembre, in risposta alla crescente domanda di finanziamenti sostenibili, abbiamo lanciato il Sustainable Finance Advisory team. Questo unisce alle competenze in materia di sostenibilità, le expertise di esecuzione sui mercati capitali, permettendoci così di servire al meglio i nostri clienti e le loro richieste in tema di ESG, facilitando in questo modo l’accesso al mercato europeo dei finanziamenti “green”.

In che modo la crisi attuale ha colpito gli emittenti di strumenti “green”?

All’inizio della crisi l’urgenza della situazione ha spinto le aziende ad affrontare con rapidità le loro preoccupazioni. In questo quadro, solvibilità e liquidità a breve termine sono state prioritarie, mentre le considerazioni in ambito ESG sono state messe in secondo piano.

Tuttavia, nonostante questa parentesi iniziale, ora vediamo nuovamente un chiaro slancio nel mercato con UniCredit che dall’inizio di maggio ha guidato l’emissione di diverse obbligazioni tra green, social e sustainability, raccogliendo quasi €10 miliardi.

Proprio la settimana scorsa abbiamo agito come joint bookrunner nell’emissione da parte della Banca Europea per gli Investimenti del Climate Awareness Bond che costituirà il benchmark a 15 anni. una transazione che ha registrato una domanda di sei volte superiore all’offerta e che sottolinea l’importanza del quadro normativo dell’UE in vigore per facilitare gli investimenti sostenibili.

Quindi c’è ancora appetito tra gli investitori?

Assolutamente, più che mai! La pandemia sembra aver avuto un impatto limitato sulla domanda di emissioni ESG da parte degli investitori, come dimostrato dalle richieste di prodotti legati a misure di sostegno in ambito Covid-19 da parte di numerosi investitori con orientamento ESG.

Grazie ai cambiamenti nella regolamentazione, possiamo notare che questa categoria di investitori sta ampliando i propri orizzonti, espandendo il portfolio con l’inclusione dei social bond.

Verso la fine di maggio, BBVA è diventata la prima istituzione finanziaria europea a lanciare un social bond non garantito con l’intento di alleviare gli effetti socio-economici causati dal COVID-19. UniCredit ha agito come joint bookrunner nell’emissione da €1 miliardo, con gli investitori ESG che hanno inciso per quasi il 70 percento dell’allocazione complessiva.

Quali sono le sue previsioni per il resto dell’anno?

Secondo le attuali previsioni di mercato, UniCredit Research stima che nel 2020 saranno emessi a livello globale $320 miliardi di green, social e sustainability bond. Le obbligazioni verdi dovrebbero rappresentare $220 miliardi, mentre l’emissione combinata di social e sustainability bond dovrebbe raggiungere i $100 miliardi. I finanziamenti legati al COVID – tipicamente emessi come social bond – costituiranno una parte essenziale dell’universo ESG anche dopo che avremo combattuto con successo il virus.

Rimaniamo determinati a soddisfare questa nuova classe di borrower e la continua espansione del nostro team è un passo concreto in questa direzione.