La finanza verde si è finora sviluppata puntando su attività già “green”, come i parchi eolici e fotovoltaici. Per continuare a essere in linea con gli obiettivi stabiliti dell'Accordo di Parigi, il nostro settore è ora chiamato a finanziare la transizione verde dei business ad alte emissioni di carbonio, come acciaio, alluminio, cemento e gas naturale. 

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L'ambizione di mitigare il cambiamento climatico, come delineato nell'Accordo di Parigi del 2015, comporta la decarbonizzazione di intere società ed economie a livello globale entro il 2050. L’obiettivo è quello di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2,5°C, compiendo ulteriori sforzi affinché si possa abbassarlo a 1,5° C.

Il piano d'azione dell'UE sul finanziamento della crescita sostenibile considera la finanza un fattore critico per i miglioramenti trasformativi.

 

Antonio Keglevich, Head of Sustainable Advisory, UniCredit ha dichiarato: "Dal 2007 ad oggi, la finanza verde ha registrato una crescita esponenziale, concentrandosi su attività che erano già green. Ora è il momento di ampliare la prospettiva, includendo finanziamenti a imprese che producono emissioni difficili da abbattere." 

 

L'OCSE stima che per raggiungere gli obiettivi di mitigazione entro il 2030 siano necessari 6,35 trilioni di euro all'anno e che le risorse del settore pubblico non saranno sufficienti per affrontare questa sfida.  

Per agevolare il flusso di investimenti nel processo di transizione climatica, l'International Capital Markets Association (ICMA) ha pubblicato nel dicembre 2020 la prima guida per gli emittenti, chiamata "Climate Transition Finance Handbook". Il manuale non fornisce una definizione univoca dei progetti di transizione, ma chiarisce le informazioni a livello di emittente che sono raccomandate per posizionare in modo efficace un'emissione finalizzata alla transizione. 

Un'analisi pubblicata dalla Climate Bonds Initiative fornisce un ulteriore punto di vista su come identificare transizioni credibili, allineate ai dettami di Parigi. Il cosiddetto "Libro bianco" definisce cinque principi in base ai quali tutti gli obiettivi e i percorsi per raggiungerli debbano essere allineati con l’obiettivo principale di un aumento massimo di 1,5°C ed essere basati su fondamenti scientifici.  

 

In questo scenario, UniCredit gioca un ruolo sostanziale nel finanziare la transizione delle aziende europee verso un'economia a basse emissioni di carbonio, posizionandosi nella classifica delle 10 banche più attive in Europa nel sostenere i clienti che hanno avuto accesso a prestiti e obbligazioni ESG-linked nel corso del 2020, contribuendo a raccogliere nello stesso anno un importo di 15.5 miliardi di euro.  

Stiamo continuando su questo percorso anche in questo 2021, ad esempio agendo in qualità di sustainability coordinator, bookrunner e mandate lead arranger supportando Trafigura, una delle principali società di materie prime al mondo, nell’emissione del suo primo finanziamento ESG, per un importo di 5,5 miliardi di dollari. 

La transazione ha incorporato parametri volti a incentivare la società a raggiungere gli obiettivi della riduzione delle emissioni di gas serra, dell’implementazione di un programma di approvvigionamento responsabile e dello sviluppo di un portafoglio di energia rinnovabile.   

UniCredit Research prevede un'ulteriore crescita nell'emissione globale di obbligazioni verdi, sociali, di sostenibilità e sustainability-linked quest'anno, fino a raggiungere il massimo storico di 650 miliardi di dollari nel 2021. 

Continuiamo così la nostra missione di essere parte della soluzione per i nostri clienti e territori, promuovendo un’economia globale più sostenibile in tutti i mercati in cui operiamo.