Lo scorso 17 marzo è stato presentato a Roma “Haters e piccoli eroi”. Il docufilm desidera fare luce sul tema del cyberbullismo ed è stato realizzato - anche grazie al contributo di UniCredit Foundation - da una classe di studenti di quarta superiore dell’Istituto di Cinematografia Roberto Rossellini.

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“Perché lo odiano?” È la domanda che Giovanni Catoia si è posto molte volte da quando suo figlio Valerio, atleta paralimpico con sindrome di Down, dopo aver salvato una bambina di 10 anni che rischiava di annegare nel mare di Sabaudia, è diventato bersaglio di un gruppo di haters su Facebook.

 

Valerio non ci aveva pensato un attimo, qualcuno aveva bisogno di lui ed è per questo che è stato premiato anche dal presidente Mattarella, che l’ha insignito del titolo di Alfiere d’Italia. Francesco Totti ha voluto conoscerlo e donargli la sua maglia.

 

Ma per qualcuno questo era troppo, e ha iniziato a sfogare il suo odio online. Quando il papà ha cercato di capire e ha contattato i due amministratori del gruppo social che se la prendeva con suo figlio è stato insultato anche lui. A questo punto non gli è rimasta altra strada che la denuncia alla Magistratura. La Polizia Postale ha avviato le indagini e come spesso succede ne è emerso un quadro desolante.

 

Accanto a un’attività investigativa senza sosta per contrastare i reati, assume importanza crescente l’intensa attività di educazione e consapevolizzazione a favore soprattutto dei ragazzi, con il coinvolgimento delle loro famiglie e della scuola. UniCredit Foundation crede molto in questa attività e ha deciso di sostenere numerosi progetti tra cui la realizzazione del docufilm “Haters e piccoli eroi”, incentrato proprio sulla vicenda di Valerio.

 

Il film è stato recentemente presentato presso l’Auditorium della Musica di Roma, dopo essere stato realizzato dall’Istituto di Cinematografia Roberto Rossellini, che si è avvalso della partecipazione attiva di studenti coetanei di Valerio all’epoca dei fatti. Il docufilm, su iniziativa della Polizia Postale, avrà ampia diffusione presso gli istituti scolastici italiani, dove offrirà utili spunti per accentuare la consapevolezza sul tema del cyberbullismo.

Come ha ricordato la professoressa Gloriana Maria Giammartino, coordinatrice del progetto presso l’Istituto Rossellini insieme al professor Massimo Franchi: “Le generazioni digitali utilizzano tantissimo i social spesso però non sono pienamente consapevoli delle ripercussioni che i contenuti condivisi e diffusi e le affermazioni fatte sul web possono avere sulla vita reale. Seguire questo progetto ci ha permesso di “insegnare” ai ragazzi come fare della rete un uso più corretto , critico e consapevole, facendoli riflettere e maturare. Lavorare con i ragazzi su un docufilm su un tema come questo, parlando direttamente con il protagonista e la sorella, ha significato far crescere i giovani senza salire in cattedra ma confrontandoci con loro per due mesi, la durata delle riprese e del montaggio, rivivendo insieme l’esperienza successa a un giovane atleta con sindrome di down dotato di una carica di simpatia straordinaria. Abbiamo poi scelto di far narrare la vicenda dalla sorella di Valerio proprio per avvicinare ancora di più il punto di vista a quello degli studenti che lavoravano alla produzione del docufilm e hanno sentito ancora più direttamente, quasi sulla loro pelle, la gravità delle conseguenze di una campagna di odio generata con superficialità anche da adulti.”