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Rapporto Corporate UniCredit: le imprese italiane tengono il passo

Rapporto Corporate UniCredit: le imprese italiane tengono il passo

 

L'XI indagine, presentata oggi a Roma, riguarda 15.000 aziende manifatturiere di 7 paesi europei, di cui 3.000 del nostro Paese. Internazionalizzazione e innovazione le armi delle PMI per una ripresa che, in Italia, c'è ma è ancora debole

 

 

Le aziende italiane, nel confronto europeo, mostrano alcuni chiari punti di forza, grazie alla propensione all'internazionalizzazione e all'innovazione, anche se esiste un potenziale ancora non sfruttato. E' quanto emerge dal rapporto Corporate UniCredit, realizzato, nell'ambito del progetto EFIGE (European Firm In a Global Economy), dall'ufficio Corporate Analysis dell'Istituto, co-finanziato dalla Commissione Europea e presentato oggi a Roma.

 

Il rapporto fotografa e mette a confronto le aziende manifatturiere, nel periodo fine 2010- inizio 2011, di sette paesi europei, fra cui 3.000 italiane, attraverso 15.000 interviste, in relazione a struttura proprietaria, struttura occupazionale, approccio agli investimenti e all'innovazione, esportazioni e internazionalizzazione, posizionamento competitivo e relazioni con le banche. Un rapporto che mette in evidenza "punti di forza" e fragilità delle imprese del Vecchio Continente e che, soprattutto, paragona le aziende italiane con le "cugine" di altri sei Paesi. E il quadro, per quanto riguarda l'Italia, è quello di una ripresa ma lenta, e di un tessuto produttivo che ha ancora il fiato corto e un senso di fragilità perché esposto alle tensioni internazionali, alle fluttuazioni dei prezzi delle commodities, ai rialzi nei tassi di interesse.

 

"La difficoltà nella crescita dell'economia italiana è un tema che va affrontato guardando alle imprese" - ha dichiarato Roberto Nicastro, Direttore Generale di UniCredit. "Le imprese italiane sono ben posizionate per internazionalizzazione e sensibilità all'innovazione, ma esiste un potenziale non sfruttato. Rispetto alle imprese degli altri grandi paesi europei - ha proseguito Nicastro - le nostre presentano infatti ancora dei limiti ad esempio nella struttura organizzativa e nel grado di leva finanziaria. E' necessaria un'ottica di lungo termine per superarli e competere nell'arena globale e in questo percorso UniCredit vuol giocare un ruolo di primo piano".

 

Andando nel dettaglio della ricerca, sempre riguardo le imprese italiane, sono due gli aspetti "di forza" del tessuto manifatturiero che emergono con decisione:
l'attività internazionale: le imprese italiane mostrano diffuse competenze, attitudine e capacità per essere presenti sui mercati internazionali. Il 67% delle imprese manifatturiere intervistate ha esportato parte dei propri prodotti (nel corso del 2008, prima della crisi) ottenendo da questa attività il 34,5% del proprio fatturato..
la sensibilità alla tematica dell'innovazione: le imprese italiane, pur in modo poco codificato - per esempio con un numero di occupati dedicati ad attività di ricerca e sviluppo inferiore a quello delle imprese degli altri paesi - si dicono molto attive nell'introduzione di innovazioni di prodotto o processo.

 

Viceversa, dalla ricerca, emergono alcuni aspetti critici. Innanzitutto la globalizzazione incompiuta delle imprese italiane, il cui "raggio" d'azione internazionale è "corto" geograficamente, mira più ad acquistare materie prime e a delocalizzare la produzione piuttosto che a cercare nuovi mercati. Sempre pesanti i vincoli alla crescita legati al contesto istituzionale (oneri burocratici e normativi) e alla dimensione familiare, che seppur comune ad altri paesi fra cui la Germania, può diventare un vincolo quando associata a un management in generale non giovane e con poca esperienza internazionale. E ancora, dal Rapporto Corporate di UniCredit emerge che le aziende italiane hanno un modello organizzativo troppo accentrato. Altre criticità riguardano lo scarso utilizzo di laureati e pochi operai specializzati. E a proposito di Università il nesso tra centri di ricerca degli atenei e l'applicazione dei loro risultati all'interno delle imprese è ancora troppo basso. Infine il capitolo degli strumenti finanziari, il cui menù è ancora troppo limitato, non c'è un matching chiaro tra strumenti e finalità del finanziamento e c'è poco utilizzo di capitale di rischio per la crescita.

 

 

Roma, 19 aprile 2011

 

Contatti:  
Media Relations Tel. +39 02 88628236; 

e-mail:MediaRelations@unicredit.eu