IL PIL NELL'EUROZONA CRESCERÀ DELL'1,5%, CON LA GERMANIA NEL RUOLO DI MOTORE IN GRADO DI SPINGERE
SIA I PAESI PERIFERICI CHE QUELLI DELL'EUROPA CENTRO-ORIENTALE
L'ITALIA TORNA A CRESCERE (+0,7%)
LA NORMALIZZAZIONE FORNIRÀ ULTERIORE SUPPORTO ALLA PROPENSIONE AL RISCHIO
UniCredit Research, guidata dal capo economista Erik F. Nielsen, ha presentato oggi il suo rapporto previsionale Outlook 2014.
UniCredit conferma la sua previsione fondamentale: il processo di normalizzazione dei mercati sta continuando e la crescita nei paesi OCSE sta acquisendo slancio, mentre il commercio mondiale è in ripresa.
"Riteniamo che questi miglioramenti continueranno nel corso del 2014, quando anche l'Eurozona sarà finalmente in grado di cambiare marcia ed entrare in una fase di ripresa sostenibile. In un contesto che continua ad essere caratterizzato da abbondante liquidità nelle principali economie sviluppate, questo dovrebbe garantire un buon supporto ai mercati finanziari" commenta Marco Valli, Capo economista per l'Eurozona di UniCredit.
UniCredit stima che nel 2014 la crescita del PIL nell'Eurozona accelererà fino a un dato medio annuo del +1,5% rispetto al -0,4% del 2013, poiché il consolidamento della crescita globale, fondamentali aziendali più favorevoli e una domanda di beni strumentali finora inespressa porteranno a una ripresa degli investimenti e degli scambi all'interno dell'area. Ciò avrà impatti positivi sul mercato del lavoro, ma a un ritmo lento e con significative differenze tra i Paesi. La conseguente accelerazione dei consumi privati - favorita anche da un ulteriore allentamento della stretta fiscale e dall'inflazione molto bassa - rimarrà probabilmente moderata. Il rischio deflazione è stimato essere basso.
A livello di singoli Paesi, la Germania (PIL +2,5%) sarà il motore della crescita; gli stretti legami commerciali tra i Paesi europei assicureranno che i benefici vengano avvertiti anche nei Paesi periferici e dell'Europa centro-orientale.
In Italia la ripresa è iniziata, sebbene il ritmo di crescita del PIL rimarrà probabilmente limitato a un +0,7%. UniCredit prevede una continuazione della ripresa delle esportazioni, una moderata crescita degli investimenti in macchinari e attrezzature, in un contesto di condizioni creditizie ancora restrittive, e un allentamento della stretta fiscale. Mentre la caduta libera nella spesa di famiglie e imprese è probabilmente finita, i consumi privati si manterranno deboli, visto anche che il tasso di risparmio è in una fase di risalita e che l'occupazione non si riprenderà in tempi brevi (il tasso di disoccupazione è visto in crescita almeno fino a metà anno). In questo contesto, UniCredit vede il deficit scendere nel 2014 sotto la soglia del 3% ma il rapporto debito/PIL entrare in traiettoria discendente solo nel 2015, dopo che avrà toccato quest'anno il 133,9%
UniCredit ritiene che gli Stati Uniti continueranno a fornire alla FED indicatori sulla crescita e l'occupazione sufficientemente buoni da completare il tapering entro la fine del terzo trimestre dell'anno. Il focus dell'azione della banca centrale passerà dall'acquisto di asset alla forward guidance, attraverso la quale la FED tenta di convincere gli investitori che i tassi a breve rimarranno bassi per un lungo periodo. L'opinione degli economisti di UniCredit è che ciò non sarà sufficiente per impedire una significativa crescita dei tassi a lungo termine, tanto che il rendimento dei treasury a 10 anni è previsto raggiungere il 3,8% entro la fine del 2014. I rendimenti dei Bund tedeschi si muoveranno nella stessa direzione, tanto che la previsione è di un rendimento del 2,5% entro fine anno, con lo spread UST-Bund in allargamento in area 130 punti base.
La BCE contrasterà in modo determinato, e per lo più con successo, l'importazione di condizioni monetarie restrittive dagli Stati Uniti e sarà impegnata a rimettere in funzione il meccanismo di trasmissione della politica monetaria. La prossima mossa sarà probabilmente sul fronte della liquidità, attraverso una nuova dose di fondi a basso prezzo per le banche condizionati all'incremento dell'attività creditizia. I tassi sono destinati a rimanere fermi per buona parte del 2015.
In un contesto di normalizzazione della crescita, attenuazione dei rischi sovrani e tassi di politica monetaria eccezionalmente bassi, gli spread all'interno dell'Eurozona continueranno a ridursi anche nel 2014, sebbene a un ritmo più lento rispetto al 2013. Il target per lo spread BTP Bund è di 180 punti base a fine anno.
Per quanto riguarda le valute, gli economisti di UniCredit si attendono che il processo di normalizzazione indebolirà ulteriormente lo yen e, in misura minore, il franco svizzero. Il cambio euro dollaro è previsto a 1,40 a fine anno, in parte grazie al fatto che le banche centrali mondiali inizieranno a ripristinare il tradizionale peso delle riserve in euro.
Milano, 27 gennaio 2014